Bali: cosa la rende magica! I consigli di Maria Grazia

Testo e Foto: Maria Grazia @mariagraziacirs

L’Indonesia è formata da circa 17’580 isole, numero più, numero meno. Ma Bali è la più famosa. Non solo perchè un manipolo di surfisti la scoprì qualche tempo fa e gli hippy la elessero casa negli anni ’70, ma perché è l’isola degli dei! Ormai le isole surfabili in Indonesia sono molte, anche abbastanza collegate, ma Bali come dico sempre, conserverà la sua unicità.

BALI
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Cosa rende Bali magica al di là di uno scellerato turismo di massa che in parte l’ha deturpata? La natura travolgente, lo spettacolo di palme e risaie terazzate all’ improvviso di un verde accecante e di una perfezione appunto “divina”, cliff a strapiombo su tramonti mozzafiato, foreste fittissime e poi all’ improvviso cascate. Avete mai provato a scendere a piedi percorsi in foreste impenetrabili perdendovi tra rumori sconosciuti, sudando alquanto per poi trovare donne che lavano panni in un fiume? Io Si! Ma questo lo trovi anche in altre isole all’equatore. Quello che non trovi é gente così accogliente che ha pochissimo ma è sempre felice ed è pronta a darti anche quel poco che ha. Quello che non trovi sono i loro riti induisti praticati in templi bellissimi e ogni dove, anche sul posto di lavoro.

Donne e uomini indossano il sarong (pareo) e per circa tre volte al giorno lasciano le loro occupazioni pochi minuti e pregano compiendo giri immaginari con le mani riempite di fiori davanti ad altarini a forma di troni vuoti (in realtà vuoti non sono perché li siedono gli dei). Quello che non trovi sono cestini di fiori, sigarette e biscotti sparsi davanti attività commerciali, case e templi. Quello che non trovi è il loro sentimento animista collegato a madre natura che regna e regola e pervade ogni cosa e anche tu scettico dopo un pò lo accogli. Quello che non trovi è il senso di libertà che ti regala un luogo che è il più informale della terra e dove ci sembra tutto possibile.

Puoi mangiare con poco più di qualche euro street food o nei ristoranti locali o mangiare qualsiasi cucina del mondo a qualunque ora. Passeggiare tra negozi più diversi della Legian street o perdersi fuori dal mondo ai piedi del vulcano. Un offerta turistica incredibile.

Ma passiamo ai fatti. Io vi consiglierei di evitare Kuta, ormai troppo turistica e piena di australiani che girano con birra in mano e petto nudo (non me ne vogliano gli aussie). Consiglio di prendere stanza in zona Batubelig ai limiti di Canguu, la nuova zona cult dove cresce una nuova generazione di hippie, mangi vegano e pratichi yoga vista risaie. Io soggiorno sempre al Pondok Alit (cercatelo nei vari siti) e mangio spessissimo al Sobat 2 (perchè c’è il Sobat 1 vicino casa), ma si mangia meglio al 2) tipica cucina Balinese e pesce fresco a buon prezzo. Se volete qualcosa di più bello proprio vista famosa risaie in Canguu c’è il Nook e il Milu entrambi dello stesso gestore, istagrammabilissimi e buonissimi. Prezzo un pò più alto ma compensati dalla scenografia e il personale ultragentile.

Da qui potete poi muovervi per visitare Kuta e Kuta beach, chiaramente dopo aver noleggiato un motorino (con la macchina è proibitivo muoversi per il traffico). Prima di partire ricordatevi di fare patente internazionale valida per l’Indonesia. La polizia non aspetta altro che cogliere turisti in fallo per estorcere denaro. A questo riguardo ricordate sempre casco in testa e di fermarvi prima della linea bianca ai semafori. Poi li vedere famiglie intere come circensi senza casco a piramide con galline o scale dal muratore al collo, Ma loro sono locali, voi no. Merita la Legian con un offerta di negozi pazzeschi. Vicinissimo Batubelig c’è Tanalot un piccolo ma suggestivo tempio Indù separato dalla terra ferma dal mare. In tempi di bassa marea diventa accessibile ed al tramonto è magnifico.

Li c’è una sorgente d’acqua dolce nel mezzo del mare salato con cui in cambio di un offerta vi benedicono. In zona Canguu ricordatevi anche che è pieno di Spa, come in tutta l’ isola, dove un Balinese massage costa il corrispondente di circa 4 euro all’ ora è vi riporta al mondo. L’ aperitivo al sunset lo prendete al 707 o alla Laguna, posto magnifico dove vi accomodate a terra sul prato tra puoff e lucine e carrozzoni hippie difronte al mare. Tra le spiagge da visitare in zona la più bella e meno intaccata è Pantai  Pandawa. Non avventuratevi a nuotate con l’ alta marea perché le correnti sono forti, aspettate la bassa marea e mangiate pure senza tanto guardare nelle padelle nei baracchini vicini nasi goreng (riso fritto con verdurine e se lo gradite pollo) o mie goreng  (spaghettini di soia fritti con verdurine e pollo sempre se lo volete). Sembrano poco puliti, ma io non sono mai morta e nemmeno le mie figlie di 4 e 13 anni. A servirvelo sarà quasi sicuramente Wayan, il nome più comune sull’isola, messo a tutti i primogeniti maschio o femmina che siano. A Bali mangiano solo questo. A voi costa poco più di un euro ed è buonissimo. Quando è festa si permettono un nasi campur (riso bianco accompagnato da diverse verdure e pollo o anatra). Quello anche lo trovate in numerose strutture. Annaffiate il tutto con cocco appena tagliato.

Tramonto al 707

Non potete perdervi il tempio di Uluwatu, forse il più famoso di Bali con vista incredibile, poiché sorge su un reef pazzesco e se andate al tramonto vi godete la tipica danza Balinese con ballerine stupendamente abbigliate e truccate, dalle famose espressioni facciali. Ma vi consiglio di andare max per le 17.30 per trovare biglietto per lo spettacolo appunto del tramonto alle 19. Eviterei Padang Padang altra spiaggia iperturistica nelle vicinanze, ma provate a chiedere del Single Finn e scendete giu per la scogliera e se vi va mangiate vista mare. In tutto ciò se leggete Kopi Luwak sulla vostra strada seguite la freccia. Ci sono numerosi posti dove vi fanno degustare il caffe più costoso al mondo, i cui chicchi di caffè vengono prima mangiati e poi defecati dal simpatico animale da cui il caffè prende il nome. Avete capito bene il caffè più costoso al mondo è cacato! Comunque a me dispiace solo per gli animaletti ormai sfruttati, ma molto spesso il caffè vi viene offerto in posti splendidi e guidati da chi vi spiega il processo. Una volta va fatto! Tutto gratuito, salvo la proposta finale di acquisto, che potete anche rifiutare. Ci sono comunque anche ottimi the. Così come non potete perdere una cena a base di pesce appena pescato, cucinato dai pescatori direttamente in spiaggia a Jimbaran coi piedi nella sabbia. Ubud è attualmente il centro culturale dell’ isola, si organizzano corsi di cucina o artigianato, anche se io ora la trovo troppo turistica. Se vi va, lì c’è anche la Monkey Forest. Una foresta dove poter ammirare le piccole scimmiette autoctone nel loro ambiente.
Appena fuori Ubud ci sono bellissime risaie, il cui nome è Tegalalan in cui passeggiare “into the green” o fare un’altalena tra le palme sospesi nel vuoto. La famosa “Swing on Rice terrace”.
Una ‘tre giorni’ la dedicherei alla zona di Tabanan ai piedi del vulcano. Vi indico il Sarinbuana Eco Lodge per provare l’emozione di abitare quasi su un albero in giungla tra cascate e cascatine.  I proprietari hanno guide esperte che se volete vi accompagnano lungo itinerari naturalistici. Imperdibili nei pressi di Tabanan le Jatiluwih ricefields, patrimonio dell’Unesco e le cascate di Gigit. 
E se ancora vi avanzano scampoli di giorni vi suggerisco un salto alle Gili Islands, isolette difronte Bali dove non ci sono macchine, né motorini, famose per lo snorkeling e le nuotate con le tartarughe. I collegamenti sono giornalieri via traghetto (circa tre ore) e se potete vi consiglio di prenotare un lumbuk villa (tipiche costruzioni indonesiane a capanna con bagno e doccia all’ esterno). Per il resto come consiglio prima di partire per ogni vacanza organizzate un bagaglio minimo. Vestite il loro panni, mangiate i loro cibi, guardate molto, parlate ancora di più. Pace amore e nasi goreng!

BALI

Grazie di cuore MARIA GRAZIA
@mariagraziacirs

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