Cosa fare a Lanzarote in una settimana

Qualche anno fa leggemmo questa frase, a proposito di Lanzarote, che ci colpì profondamente:

“Si racconta che agli astronauti della navicella spaziale “Apollo 13” prima di affrontare la spedizione siano state mostrate alcune foto del parco del Timanfaya per dare loro un’idea di cosa avrebbero incontrato sulla luna”!

È questa l’impressione che abbiamo avuto. Chi viene a Lanzarote é sicuramente attratto dai paesaggi lunari ed é alla ricerca di qualcosa di speciale. Ci sono posti unici e Lanzarote é uno di questi. L’isola fa parte delle Isole Canarie, conosciute come meta da pensionati. In effetti molte persone della terza età si trasferiscono su queste isole perché splende il sole tutto l’anno. A dicembre la temperatura rimane mite e c’é chi, come noi, fa anche il bagno nell’Oceano Atlantico.

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Parco Nazionale del Timanfaya

LANZAROTE: L’ISLA DEL FUEGO

La nostra prima volta alle Isole Canarie risale ad alcuni anni fa, quando insieme ad alcuni amici approdammo a Gran Canaria con l’intento di trascorrere una vacanza all’insegna del divertimento. Due anni fa invece é stata la volta di Fuerteventura, della quale ci siamo innamorati perdutamente. È molto evidente che siamo molto attratti dai paesaggi desertici e lunari, così non potendo sempre lanciarci nelle grandi avventure, abbiamo deciso, a dicembre del 2018, di andare a Lanzarote: lunare, selvaggia, desertica e bellissima. La sua superficie é di ca. 800 kmq ed é chiamata per l’appunto „l’Isla del Fuego“, il fuoco che sotto ancora ribolle. L’ultima eruzione risale alla prima metà del 18.° sec. che distrusse una buona parte dei paesi.

Parco Nazionale del Timanfay

LANZAROTE:
IL PRIMO TRAMONTO SULL’OCEANO ATLANTICO

Atterriamo a Lanzarote alle ore 17.30 circa, quì la lancetta dell’orologio segna un’ora avanti. Mentre sorvoliamo l’isola abbiamo l’impressione di arrivare su un altro pianeta. Rimaniamo colpiti dai contrasti dei colori e della morfologia del paesaggio isolano che riusciamo a vedere dall’alto. Ai nostri occhi ci appare un’isola sterile, ma molto affascinante.

Ritiriamo la macchina (questa volta ci é toccata una 500) che abbiamo noleggiato dalla Svizzera (la consigliamo per potere girare l’isola in lungo e in largo) e raggiungiamo il nostro hotel che si trova a Playa Blanca, giusto in tempo per goderci il primo tramonto sull’oceano atlantico.

Tramonto a Playa Blanca

LA GRACIOSA:
L’OTTAVA MERAVIGLIA DELLE CANARIE

Il secondo giorno mi alzo (Paola) di buon’ora per vedere sorgere il sole, momento che non posso assolutamente perdermi. L’hotel dove alloggiamo si trova in una posizione strategica e quindi abbiamo la possibilità di ammirare sia l’alba che il tramonto. Facciamo colazione e ci dirigiamo verso Teguise, ex capitale dell’isola, disposta in uno schema a scacchiera che ci abbaglia con le sue cassette bianche a forma di cubo con porte e finestre rigorosamente in verde, edifici del 17° sec. con i loro portali in legno intagliato rimasti intatti. La strada si snoda tra palme e pale eoliche. Compriamo la classica calamita e lasciamo questa graziosa città per dirigerci a Nord. Man mano che saliamo il paesaggio cambia, dal nero lava passiamo ad un panorama verde. Attraversiamo Hatja, detta la città delle mille palme, che ci dà l’impressione di trovarci in mezzo ad un’oasi. Purtroppo non ci siamo fermati al Mirador del Rio dal quale si gode una vista spettacolare. Assolutamente da fare!

Arrivati al porto di Orzola ci spostiamo con il traghetto sull‘isola La Graciosa che dista da Lanzarote ca. 20 minuti. La sua superficie é di ca. 30 kmq ed ha un solo paesino Caleta del Sebo.

I traghetti partono ogni ora a partire dalle ore 08.00, il biglietto costa 9 Euro

www.lanzaroteseatours.com

Teguise
La Graciosa

Sull’isola ci si muove a piedi, in bici o con una jeep. Noi decidiamo di noleggiare la bici e con molta fatica (qui le strade sono tutte sterrate) arriviamo in uno dei punti panoramici più belli : La Playa de Las Conchas, stupenda spiaggia con la sabbia dorata. Il contrasto dell’acqua turchese con le rocce scure é spettacolare. Non siamo saliti sul vulcano per mancanza di tempo, ma ne sarebbe valsa sicuramente la pena, ammirare l’isola dall’alto. Rientriamo a Lanzarote con un mare abbastanza mosso. Al di là del mal di mare, le emozioni e le sensazioni provate rimarranno uniche!

L’isola La Graciosa

LANZAROTE: LA VALLE DEI VINI

Per ogni visitatore é d’obbligo fermarsi nella valle dei vini e così al ritorno facciamo sosta alla Geria, in una bodega a degustare dei vini. Le persone dovevano essere molto ingegnose: per coltivare il vino scavavano delle buche nei campi di lava nera (continuano a farlo ancora oggi) e costruivano un muro semicircolare di pietre per proteggere le viti dal forte vento. Particolarmente belli appaiono i campi nel pomerigio quando splende il sole.

Sta già tramontando il sole, così prendiamo la via di ritorno, godendoci il tramonto strada facendo.

La Geria
La Vegueta
Tramonto La Geria

LANZAROTE: CESAR MANRIQUE E LA SUA ARTE

La nostra avventura a Lanzarote continua, oggi, terzo giorno, sveglia presto per immortalare l’alba, colazione e via verso la casa di César Manrique, la casa museo che dopo la sua morte, avvenuta precocemente in un incidente stradale, é divenuta un museo. Manrique costruì la casa in un campo di lava. Era molto legato all’isola: “la natura, diceva, é la protagonista assoluta di Lanzarote”. Tutto é rimasto intatto dopo la sua morte, entrando nel suo studio si ha l’impressione che potrebbe tornare da un momento all’altro. É stato lui che ha portato tanta bellezza su quest’isola che ancora oggi per fortuna continua a vivere.

Il museo é aperto tutti I giorni dalle ore 10-18, il biglietto costa 8 euro. 

LANZAROTE: IL PARCO NAZIONALE DEL TIMANFAYA

Lasciamo la casa di Manrique e ci dirigiamo verso il Parco Nazionale del Timanfaya, la Montagna del Fuoco (vulcano tutt’ora attivo). Durante la corsa in macchina verso il Parco ammiriamo quà e là paesini deserti che sembrano messi li in mezzo al nulla.

Il panorama cambia in modo drastico man mano che ci dirigiamo verso la montagna, dove, all’inizio c’invade l’odore forte dello zolfo. Finalmente siamo arrivati nel parco Nazionale! Ad attenderci c’é un diavoletto disegnato da César Manrique.

L’ingresso nel parco costa 9 euro ed é vietato percorrerlo con la propia auto. Saliamo su un bus che in 45 minuti attraverso una strada strettissima percorre il parco sostando di tanto in tanto per permetterci di scattare delle foto dal finestrino, perché non é possibile scendere. Oltre 30 vulcani dalle sfumature, forme e colori lunari dipingono questo paesaggio incontaminato e ci sentiamo catapultati in una sorte di slowtime. Assistiamo ad uno spettacolo nuovo per chi come noi é alla ricerca di spazi infiniti. Vediamo come con il calore viene bruciata la paglia e come l’acqua esplode sotto forma di vapore (i famosi geyser). Una bellissima scoperta!

Parco Nazionale del Timanfaya
Parco Nazionale del Timanfaya

LANZAROTE: LA PLAYA DE PAPAGAYO

Siamo al penultimo giorno e decidiamo di visitare la spiaggia de Papagayo all’interno del Parque Natural de Los Ajaches che raggiungiamo attraverso un sentiero sterrato e una scaletta. L’ingresso costa 3 euro.

Al primo impatto sembrerebbe la spiaggia dei conigli di Lampedusa. Restiamo quasi tutto il giorno sdraiati a prendere il sole ed essendo riparata dal vento, io (Paola) faccio pure il bagno nell’acqua fredda dell’Oceano Atlantico. Yeahh!!

Playa de Papagayo
Punta del Papagayo

LANZAROTE: EL GOLFO

Al ritorno ci fermiamo a El Golfo che é diventato famoso grazie al laghetto verde che si trova a due passi, unica attrazione del piccolo paese. Il cratere del vulcano parzialmente sommerso nel mare, ha formato un laghetto a circa 50 metri dalla costa. Il colore verde é dovuto alle alghe che si sono adattate all’alto contenuto di sale marino. La sera ceniamo presso il ristorante casa Rafa, consigliassimo, sulla terrazza godendoci il tramonto su quest’isola magica.

El Golfo

LANZAROTE: IL JARDIN DE CACTUS E LOS JAMEOS DEL AGUA

Oggi é l’ultimo giorno e decidiamo di puntare di nuovo a Nord verso Guatiza per visitare una delle opera più belle create da Manrique: il Jardìn de Cactus realizzato in una vecchia cava dove si trovano più di 1’400 esemplari provenienti da tutto il mondo. Un mulino a vento fa da cornice a questo posto straordinario. A due passi c’é uno di quei posti che ci ha lasciato senza parole, Los Jameos del Agua che si trova dentro ad un tunnel vulcanico creato dalle eruzioni del Volcan de la Corona. Un meraviglioso ristorante all’interno e un laghetto salato dal verde intenso incorniciano quest’altro spettacolo della natura.

Los James del Agua
James del Agua
Giardino dei cactus
Il giardino dei cactus
Giardino dei catus

LANZAROTE: LOS HERVIDEROS

Oggi giornata ventosissima quindi tempo perfetto e doppio spettacolo per visitare le grotte scavate dall’acqua a Los Hervideros, dove le onde s’infrangono in modo violento e spettacolare sugli scogli!

Purtroppo é arrivata l’ora di ripartire,  5 giorni non bastano per visitare Lanzarote. Sicuramente é un motivo valido per ritornarci.

Los Hervideros
Los Hervideros

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Con affetto

Paeuline

6 pensieri su “Cosa fare a Lanzarote in una settimana

  1. Bellissimo Paola ci fai venire voglia di partire, posti a dir poco fantastici una meraviglia della natura…
    E te descrivi tutto ciò che vedi meravigliosamente bene. Bravissima☺??

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